ISOLITUDINE
( prefazione del catalogo della mostra "TANNU A LINUSA" )
E’ il racconto di una realtà anacronistica e contadina fatta di gesti semplici che sulla tela assumono valori assoluti, una sospensione temporale come spiragli su una vita ormai lontana. Anche in questa seconda personale di Daniele Alletto, è la memoria, che come una costante, rafforza la carica umana e impedisce che si crei una cesura troppo netta e traumatica tra il passato e il presente. Un passato rivissuto attraverso le ventisette opere, che come finestre su di un tempo che non esiste più, raccontano le mille difficoltà di una vita isolana. In tutte le opere si evince come vi sia da parte dell’artista una chiara partecipazione a cose e persone della sua terra, affidando al pennello i ricordi di ciò che conosce in prima persona o attraverso i racconti, facendo sì che i materiali artistici impiegati divengano in realtà gli interpreti dei sentimenti della gente di Linosa. Uno dei motivi fondamentali attraverso cui viene elaborata la pittura di Daniele Alletto è una rappresentazione specificatamente identitaria dell’isola.
E’ un racconto che si snoda attraverso gli elementi naturali: La terra che dà nutrimento, vista attraverso la fatica del lavoro di uomini e muli che viene esaltato da colori accesi. In questi paesaggi animati da personaggi attivi, non si ha la sovrapposizione di fasce distinte di cielo, terra e mare ma queste riescono ad essere ben omogenee grazie ad un preciso effetto sfumato. Il suo interesse verte verso la definizione di un ambiente schiettamente umano.
L’elemento per eccellenza resta sempre e comunque l’acqua che funge da filo conduttore, inteso quale fonte di vita come in “Tesoro Sotterraneo”. La focalizzazione sulla semplicità del gesto rimanda a una densità carica di significati alti, spirituali. Sempre l’acqua, come forza primaria della natura si scatena in “Matticata”. L’attesa del placarsi degli eventi è spesso molto lunga, ma inevitabile. Si attende di partire per raggiungere la terraferma. La vita della popolazione dell’isola gravita attorno al mare con i suoi arrivi le sue partenze. Sono forme statiche e le tinte bluastre che concorrono alla rivisitazione di malinconiche sensazioni per chi resta in “E la Nave Partì” e per chi va in “Casa all’Orizzonte”.
Lo scorrere della vita è testimoniato anche attraverso un vasto ciclo temporale attraverso cui si svolgono le opere, dai bagliori dell’aurora al notturno. Le ore meridiane sono quelle che animano le colorate strade del paese che vive il proprio tempo svolgendo attività semplici, come in “Chiacchiere e Ricami”. Il chiarore abbacinante del mezzogiorno ci colpisce in “Fichi al Sole”, opera dalla prospettiva ardita di grande effetto visivo. “Ballo di Mezza Estate” è invece la rappresentazione della vita comunitaria che si concede svago e allegria a cui si contrappone un intimismo d’origine psicologica negli intrecci di pensieri di un uomo che, in “Riflessioni Notturne” pare come allontanatosi dalla festa in cerca di risposte nella notte.
Questo ciclo di opere realizzate da Daniele Alletto in un anno circa, ci trasporta nel cuore della vita, delle tradizioni e dei paesaggi della più bella isola d’alto mare. Citando Marc Chagall “… la grande arte riprende da dove finisce la natura”.
Maria Rosso