2012 Marzo/Aprile - dal 18/03 al 05/05 (estesa)
"Graffiti, graffiati...e altro". Con questo titolo evocativo Daniele Alletto ha voluto intitolare la sua prima personale nella capitale Lombarda. Nei giorni che vanno
dal 18 marzo al 20 aprile, l'arista esporrà al Metropolis di Milano le sue foto. Nella sua esperienza di fotografo, qui riassunta in una ventina di opere che racchiudono il meglio della sua
produzione più recente, si nota come ogni immagine, coglie gli aspetti più poetici e intimistici del suo essere.
Sceglie con meticolosa cura come presentare i suoi soggetti, giocando a variare
dall'intensità del bianco e nero al realismo del colore frutto non solo di una scelta personale ma della sua propria formazione artistica.
Il tutto parte o finisce, da un autoritratto non solo in
senso stretto, legato alla propria immagine esteriore, peraltro presente, ma al suo essere intrinseco che si esprime con scatti di sensibilità. Le radici, trattate con lo sguardo indagatore di chi
conosce la realtà di fatti e luoghi e li vuole mostrare in quanto tali. Accadimenti della vita di ogni giorno che compongono l'anima di un luogo. Le scrostature, la salsedine d'alto mare che corrode,
che lascia il segno, non solo esteriore, sui muri colorati ma che ti consuma dall'interno, ad ogni respiro.
Le cose appaiono per ciò che sono, gesti quotidiani di un mondo piccolo, vivo. I panni
stesi ad asciugare al vento, l'attesa guardando il mare e un particolare anatomico, la tribù dei piedi neri, la vera essenza dell'isola; una macchia, un particolare tangibile anche quello, di chi è
realmente del posto, un segno distintivo, un codice identificativo.
Mani di donne che si ancorano alla misurazione di un tempo che pare infinito o di uomini che tessono reti di sostentamento. E
ancora ombre, che ricordano nelle forme, i capolavori rinascimentali, tratte non come qualcosa che si vuole celare, ma colte semmai nella loro straordinaria realtà. Un'esperienza questa, da cui non
si può che uscirne "graffiati", ritornando quindi al titolo della mostra, antitesi di quella curiosità che spingerà il visitatore a provare di persona una simile esperienza.